Un biopic che non parte mai, intrappolato in un corridoio infinito...
Racconto surreale, reiterato e ripetuto, con variazioni e libertà di soluzioni.
Non il miglior Dupieux ma non privo di trovate geniali.
L'autunno è la primavera dell'inverno. Appunti e ricordi sul (mio) cinema.
Un biopic che non parte mai, intrappolato in un corridoio infinito...
Racconto surreale, reiterato e ripetuto, con variazioni e libertà di soluzioni.
Non il miglior Dupieux ma non privo di trovate geniali.
Grottesco, incalzante, cinico.
Una commedia nerissima che si trasforma in un incubo ansiogeno.
Altro tassello interessantissimo nella filmografia del talentuoso Caye Casas.
Gradevole, coinvolgente, ingegnoso.
Noir psicologico con un personaggio in preda a pericolose ossessioni.
Opera giocata sull'equivoco e sul dubbio, ben diretta ed interpretata.
Thriller poliziesco ambientato in una sonnacchiosa cittadina di provincia.
Un'opera solida che si poggia sulle spalle di un malinconico e combattuto Benicio Del Toro.
La regia attenta ed essenziale ed un cast in discreta forma danno valore al risultato finale.
Criptico, surreale, onirico.
Con certi squarci grotteschi.
Opera personalissima di Avati che già lasciava intravedere la sua passione per l’occulto, l’horror e l’insolito in generale.
Non tutto funziona a dovere ma è sicuramente interessante.
Shonali Bose and Nilesh Maniyar.
Lilith - La dea dell'amore (1964)
Robert Rossen.
Ivano De Matteo.